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Masaru Emoto. Il potere comunicativo dell’acqua e la sua memoria.
Dal romanzo di Raphaëlle Giordano alla conoscenza del dottor Emoto.
Quando il piacere di leggere incontra la conoscenza, tutto si amalgama in un’ esperienza indimenticabile. E questa volta è proprio grazie alla lettura di un romanzo di Raphaëlle Giordano, dal titolo “La felicità arriva quando scegli di cambiar vita” che ho avuto la fortuna di conoscere gli esperimenti di Masaru Emoto.
Nel romanzo della Giordano, la protagonista Romane gestisce L’Accademia del Sorriso. Un programma destinato a chi soffre della cosiddetta “iper-arroganza” e finalizzato a migliorare la propria vita e i rapporti con gli altri. Il compito dell’Accademia del Sorriso è di aiutare queste persone ad abbattere quei muri di resistenza e presunzione che li rendono incapaci di relazionarsi in maniera civile e rispettosa nei confronti di chi li circonda, a livello affettivo e professionale.

Un lavoro non certo facile per la Dottoressa Gardner, considerato il target comportamentale dei suoi allievi-pazienti. Davanti ad atteggiamenti chiaramente supponenti e presuntuosi, la migliore tecnica è sicuramente quella della conoscenza empirica.
Romane, infatti, sottopone il suo gruppo a costanti esperimenti da cui gli allievi stessi possono trarre le loro conclusioni, muovendo così a proprio vantaggio quel comportamento di saccenza tipico dei soggetti iper-arroganti.
Ed è proprio in uno di questi esperimenti che la Giordano porta i suoi lettori, attraverso il lavoro di Romane con i suoi allievi, a conoscenza degli splendidi esperimenti sulla connessione dell’acqua con le energie positive e negative trasmesse dall’uomo.
Gli studi sull’intensità di Hado.
Fu lo stesso dottor Emoto a non definirsi mai uno scienziato, quanto piuttosto “un bambino curioso”, e l’acqua fu per lui la più grande fonte di curiosità. In particolare, a interessarlo, era la connessione sensoriale ed emozionale che questo elemento, così tanto presente nella nostra vita, potesse avere con gli esseri viventi.
Grazie all’aiuto del dottor Lorenzen e all’utilizzo della M.R.A. (Magnetic Resonance Analyzer), poté studiare e determinare l’intensità di Hado dell’acqua, dimostrando quanto essa potesse essere influenzata da vibrazioni sensoriali ed emozionali, e quindi a sua volta influenzare, attraverso un passaggio di energia.
Ma cosa vuol dire Hado? È una parola giapponese che letteralmente significa “onda”, e che nel contesto studiato dal dottor Emoto veniva a significare “il modello vibrazionale intrinseco a livello atomico in tutta la materia, la più piccola unità di energia su cui si basa anche la coscienza umana”. Quindi per Hado si deve intendere la più microscopica particella di energia che accompagna ogni molecola d’acqua e le forze che ne governano il movimento.
Una vera e propria vibrazione energetica che concretizza un’emozione, un gesto o un suono.
Ed è stata proprio l’intensità di Hado a suscitare nuove domande e nuovi esperimenti per comprendere meglio gli effetti di questa connessione energetico-sensoriale che lega l’elemento acqua agli esseri viventi e al pianeta stesso.
La memoria dell’acqua.
Nel corso dei suoi successivi studi, Emoto sottopose campioni di acqua distillata (quindi pura) a diverse sollecitazioni esterne per poi congelarla a -4° C. e fotografarne, al microscopio, la reazione attraverso la forma assunta dalla cristallizzazione.
L’acqua rispondeva agli impulsi della musica, delle parole e alla loro intensità emotiva, registrando queste vibrazioni e mantenendone memoria anche nello stato solido. Si potevano così osservare cristalli dalle forme più o meno armoniose in base alle diverse vibrazione emozionali che aveva ricevuto.
Ancora più sconvolgente, da un punto di vista puramente razionale, era la risposta dell’acqua a parole solamente scritte.
Contenuta in barattoli etichettati con parole di amore, questa, nel suo stato solido si cristallizzava in forme eleganti. Al contrario, se imbottigliata in barattoli etichettati con parole d’odio e tristezza, assumeva forme poco armoniose o informi.
In questo particolare esperimento fatto con parole scritte, le vibrazioni e le informazioni contenute nelle lettere o nelle immagini sono basate su frequenze non udibili. Frequenze più elevate proprie del pensiero che, abbassandosi, diventano forma e suono.
Considerazioni finali.
Seppur i suoi esperimenti siano stati criticati da più menti scientifiche per le numerose lacune procedurali che avrebbero potuto alterare le reazioni dell’acqua alle emozioni trasmesse, non si è mai potuto dubitare completamente della connessione energetica che lega l’acqua alle vibrazione sensoriali.
Rabbia, paura, dolore, gioia, felicità, amore… ogni emozione può essere trasmessa all’acqua e questa di conseguenza ne assorbe l’energia per rilasciarla nuovamente sotto forma di energia vibrante.
Tutto ciò che valore ha se applicato in larga scala all’intero pianeta?
Per quanto ormai sia data per scontata, quasi banalizzata, l’acqua è la materia della vita. Ne è la causa e l’unica responsabile. Senza acqua non ci può essere vita.
Circa il 71% della superficie terrestre è composto di acqua e l’uomo stesso ha una percentuale altissima di acqua nel proprio corpo. Acqua che quindi, secondo quanto appreso da questi studi, risponde a degli stimoli emotivi, si modella e assorbe le vibrazioni che le vengono trasmesse anche solo attraverso uno stato d’animo.
In poche parole l’acqua diventa il canale preferenziale per far muovere energie. Positive o negative che siano.
Masaru Emoto ne diede effettiva prova proprio in uno dei suoi più eclatanti esperimenti fatti sulle acque del Biwa, uno dei laghi più inquinati del Giappone. Era il 25 luglio del 1999 e ai piedi del lago radunò una folla di 350 persone con il compito di proiettare le loro intenzioni positive sulle acque del lago.
I campioni di acqua prelevati dopo il suo esperimento registrarono un notevole miglioramento della qualità, rispetto a quella rilevata sui campioni presi prima della “cerimonia”
Cosa ne pensate? Scrivete nei commenti le vostre impressioni o i vostri dubbi sugli esperimenti e sulla teoria della memoria dell’acqua.
Vi aspetto!